Carlo Guidetti è stato definito “fotografo di emozioni” e non potrebbe essere altrimenti. Il mondo esterno assume nuove sembianze derivanti dalle percezioni, più che dalla registrazione meccanica delle immagini. Dalle emozioni scaturiscono le opere di Guidetti che, in fase di rielaborazione grafica, intraprende un percorso intimista ed introspettivo, atto a soffermarsi sulle sensazioni che il mondo esterno suscita. Non è, infatti, la realtà tal quale quella cristallizzata dal suo obiettivo, quanto, piuttosto, l’immagine fuori dal tempo e fuori dallo spazio che eterna un modo di sentire. Un valore, questo, che si fonde con il sentire dei fruitori, degli osservatori, in cui, il modo di guardare simboleggia il percorso che parte dall’occhio e dalla mente del fotografo emiliano, e giunge all’occhio e alla mente dello spettatore, il tutto, naturalmente, viaggiando sulla scia delle emozioni che in Guidetti prima, e nell’osservatore poi, diventa il trait d’union dell’intera sua poetica artistica.
Nelle sue fotografie, l’immagine che deriva è composizione e scomposizione di mondi e idee, in cui la luce crea nuove convenzioni che, indagate, rivelano il lato fantastico dell’immaginazione umana, fotografie concettuali che giocano un ruolo onirico in cui il dato reale si scompone, prende nuove forme, pur restando tale, ma genera nuove regole, dipanando dinanzi ai nostri occhi geometrie che, se in principio o infine, si rendono riconoscibili e note, si fanno poi attraversare da quelli che sono i numerosi momenti della storia, in una sorta di enigma che svela qualcosa di arcano e inconscio. Il già noto, il riconoscibile, subiscono un mutamento che allontana il dato reale dal dato sensibile, trascinano l’osservatore a rivedere le proprie assunte certezze e a cogliere in modo nuovo e diverso, senza sovrastrutture di alcun tipo, le altre forme che la realtà assume.
La coscienza vorrebbe forse avvisarci che si potrebbe trattare di un inganno, di un travisamento della realtà reso attraverso la fotografia, paradossalmente. Eppure non ci interessa ascoltare questi ammonimenti. Con una semplicità che si trasforma in empatia, preferiamo accedere al mondo emozionale che Guidetti crea, la curiosità di sapere cosa si prova ad esperirlo è un richiamo troppo forte per non essere preso in considerazione. Non c’è pericolo nell’indagare, Guidetti, in fondo, attraverso la sua ricerca artistica vuol mostrare a noi che le sue fotografie, i suoi paesaggi, i suoi luoghi, nient’altro sono che uno specchio dell’io di chi vi si trova di fronte.
Sembra quasi di esser sfidati da Guidetti: noi saremmo capaci di trovare inusuali forme laddove il nostro sguardo si sofferma ogni giorno?
Carlo Guidetti is a highly skilled Italian artist whose work has been exhibited and awarded internationally.
Born in Modena in 1949, Guidetti is a professional engineer who over the years has developed his skills as both a digital and analogue artist. In the early 1980s he embarked on an extensive research of visual image and form as representation and reflection, analysing life throught creation and invention.
Guidetti does not aim to reproduce reality per se, like a reporter; he is hermeneutic, in that he captures images with the eye of one whose mind can observe and interpret them with incredible innovation. Through his photographic lens he scrutinizes and pierces the object, and then tells something new, that goes beyond the initial perception. The object is extrapolated from reality, placed beyond space and time in order to create a state of knowledge that after an initial intuition transports the viewer to another dimension, where it establishes a context of correspondence between the objective state and subjective feelings.
The artist’s engineering background and his creative ability are the elements that make his work so unique in its representation. These are simple things such as cars, large squares, night scenes, skyscrapers, aerial perspectives almost overhanging or even the abstract play of light. It is clear that his art delves deeper, managing to create an ideal match between the world as it is and the his intellectual understanding of it.
Guidetti’s initial exhibitions took place in his hometown where, in 2007 he staged a solo exhibition entitled; ‘La Storia Riflessa Nel Mito’ (History Reflected In The Myth) where provocatively he played with the baroque architecture of the Military Academy juxtaposed with the innovation represented by the unmistakable design of the Ferrari car.
In the spring of 2008 he exhibited at the “Book-Fiera della Piccola e Media editoria” (Book-Fair of Small and Medium Publishing), organized by the Town Council in the Halls of the Forum Boario, three images of the "Ghirlandina" covered by sheets painted by Paladino represented not as reality but as invention. Also in 2008, the images of the military academy reflected on the hood of a ferrari car were repeated at an exhibition entitled “Modena terra di motori” (Modern Land of Motors) and, in the summer at the Floorarte event held at the Villa Cavazza he revived one of the images of the "Ghirlandina" later published in the newspaper "The Information". The same images were later reissued by "Coffee Concert" at the "Festival of Philosophy".
In 2009 he was invited to participate in the project "Ghirlandina and Around" by the Modena City Council. Guidetti's work was published on the cover of the exhibition book.
Subsequently in 2009, one of Guidetti’s images of the "Ghirlandina" was used on the cover of the debut book of the writer Claudio Modena Vergnan and in the summer he exhibited ten images entitled ‘’The Mountains of Water’’, at the Ducal Gardens. The artist has also exhibited around the world, participating in some of the most prestigious exhibitions in cities such as Barcelona, New York, Los Angeles and London.